IWW - Nevidni delavci sveta

Appello per la Manifestazion dei “Invisible Workers of the World”- 4 giugno 2011

In occasione dell’assemblea del 15 aprile, il movimento transnazionale dei lavoratori migranti e precari chiamato IWW (Invisible Workers of the World) ha accettato la proposta di organizzare una manifestazione a Lubiana (Slovenia) nel giorno 4 giugno 2011.

Questa decisione è stata presa come conseguenza della reticenza mostrata dal governo della Repubblica di Slovenia di prendersi la responsibilità della difficile situazione dei lavoratori migranti. IWW si occupa constantemente delle dure condizioni dei lavoratori stranieri, delle violazioni e della negazione dei loro diritti riguardanti le garanzie lavorative, sociali e di cittadinanza. Negli ultimi anni, soprattutto dopo l’inizio della crisi economica, l’IWW sta cercando di attirare l’attenzione del governo sloveno e delle altre istituzioni statali responsabili. Si è infatti fatto chiarezza sul fatto che la responsabilità di base appartiene allo stato che con il suo regime di migrazione non provoca la vergogna dei razzisti più accaniti e coloro che appoggiano l’apartheid. I lavoratori ripetono in continuazione che l’unica soluzione sarebbe quella di cambiare la legislatura, in modo che si possa fermare il rapporto di dipendenza con i datori di lavoro e prendere parte al Welfare State.

La risposta del governo a tutti gli appelli, alle azioni e alle mobilizzazioni non sono altro che superficiali cambiamenti all’attuale legislatura sulla migrazione, che non serviranno a fermare il sistema della dipendenza dei lavoratori e la discriminazione in atto dei lavoratori migranti. A febbraio il governo dell Repubblica Slovena ha deciso di provedere sistematicamente alla violazione dei diritti sociali attraverso aiuti umanitari (donazioni). Questo gesto è stato considerato da molti lavoratori come un atto di umiliazione. Inoltre il Ministero del Lavoro, della Famiglia e della Provvidenza Sociale, non si è preso in carico la domanda di legittimazione dei lavoratori che furono espulsi dalla Slovenia dalla polizia- i datori di lavoro e lo stato sono ancora in debito con loro per quanto riguarda i diritti richiesti nei rapporti di lavoro. L’ultimo test per il governo sloveno per concretizzare gli atti che vadano al di là dell’indicativa compassione per la situazione dei lavoratori, è stata la manifestazione dei lavoratori truffati ed espulsi, che si è tenuta in Banja Luka (Bosnia –Herzegovina) lo scorso marzo. Il richiamo per coinvolgerli nella risoluzione della situazione dei lavoratori migranti, fatto dai lavoratori auto-organizzati, sfruttati ed espulsi riuniti nel IWW, non ha ottenuto alcuna risposta. Nello stesso tempo nessuna delle rappresentanze organizzative e nessun impiegato nelle diverse istituzioni governative si è occupato del destino dei lavoratori in sciopero nel dormitorio della Vegrad a Velenje, della Gratim a Sezana o della SCT a Lubiana. Loro fanno affidamento sulle minacce, sull’incertezza, sulla marginalizzazione e la povertà dei lavoratori migranti.

Quindi i motivi per cui scendiamo in piazza sono chiari. Solo con una grande manifestazione i lavoratori migranti possono lottare contro il fatto di ritrovarsi dimenticati, marginalizzati, sconfitti, lasciati senza speranza e senza normalizzazione della loro estrema situazione di sfuttamento. Le ragioni che ci spingono a mobilizzarci con loro sono ovvie: nessuno di noi trae alcuno profitto dalla rapina di massa. Ciò è possibile solo per i baroni nei campi della costruzione o altrove, solo per l’elite politica e per le istituzioni capitalistiche. In aggiunta: con il culmine della crisi la principale risorsa di corruzione è rappresentata dalla sistematica negazione dei diritti dei lavoratori, dato che la ricchezza comune sta finendo nelle tasche di pochi, bloccando il nostro potenziale di produzione, e la loro dipendenza e la mancanza di ogni tipo di garanzie sta divendando sempre più chiara. Il nostro fine ultimo non è solo la paradigmatica condizione di vita e di lavoro dei migranti, ma è la condizione che coinvolge tutti noi.

Perciò vi incitiamo verso l’occupazione delle strade di Lubiana il 4 giugno, per rafforzare l’aumento dei diritti e delle garanzie e per fermare la corruzione che in un modo o nell’altro ci coinvolge tutti. L’intera generazione è condannata ad una vita senza prospettive. I migranti vedono negati le loro possibilità di scelta, di movimento, di godere dei diritti sociali, come lavoratori e cittadini. Gli studenti sono spinti verso la precarietà, l’università e lo studio si stanno trasformando in un poligono di estrema classificazione e degradazione. I diritti dei lavoratori precari sono per la maggior parte negati e ciò li indirizza verso la povertà. Tutti coloro che hanno acora dei diritti (e sono sempre di meno), possono mantenerli solo al prezzo della sottomissione. Quindi uniamoci tutti insieme, non per difendere qualcosa, ma per definire e mettere in pratica i nostri diritti, per costruire la nostra forza e per cambiare questo mondo.

In Europa la nuova generazione è in fermentazione, si sta ribellando. Ciò sta avvenendo in entrambi i lati del Mediterraneo, sia nelle metropoli europee che protestano contro le austere norme e contro le violenze del capitalismo finanziario, sia nelle province dove le giovani generazioni si scontrano con le gerarchie, con una vita senza futuro e contro le dittature locali. Inoltre i movimenti migratori transazionali che attraversano le frontiere stanno scomponendo il regime europeo di apartheid. La manifestazione del 4 giugno a Lubiana sarà la manifestazione della nuova generazione, il momento per fare sentire la sua voce, per dargli spazio, visibilità, potere e determinazione. Domanderemo in questa occasione i diritti per i lavoratori migranti, quei diritti che gli sono stati automaticamente negati nel quadro della segregazione europea. Abbiamo intenzione di costruire una nuova forma di solidarietà, di potere, un nuovo corpo comune per guadagnarci un degno futuro.

IWW (Invisible Workers of the World)

Centro Sociale Rog

www.njetwork.org